Marano di Napoli, città di circa 60.000 abitanti, a nord del capoluogo campano. Il suo territorio presenta testimonianze di vita risalenti all’età neolitica. Si tratta di insediamenti da parte dell’uomo che ci riportano ad ottomila anni or sono.
Marano di Napoli, cittadina a nord del capoluogo campano, gode di una storia ultra millenaria, risalente addirittura all’età neolitica. In realtà il territorio di Marano di Napoli, presenta moltissime tracce dell’antica Roma ma la testimonianza più importante per ciò che concerne l’architettura funeraria nella nostra regione ci viene dal Mausoleo chiamato Ciaurro. Il suolo di questa zona è stato calpestato dal popolo Osco – Sannita il quale ha lasciato tre strade che ancora oggi sono percorribili: parliamo della Cupa dei cani, Cupa Pendine e Cupa Orlando , chiamata dai romani Via Consularis Campana. Non molto tempo tempo fa la città di Marano di Napoli ha ritrovato cinque splendide statue attualmente conservate nel Museo Archeologico di Napoli. Le statue ritraevano uno schiavo liberato di nome Dama, sua moglie Terzia, anch’essa ex-schiava, entrambi appartenuti all’Imperatore Tiberio, quindi Ercole e due fauni.
Marano di Napoli vanta una notevole collocazione geografica. Il Parco Nazionale del Matese, (le cui alture sono in parte visibili da Via Arafat), a poco piu di 100 Km a Nord, la collina dei Camaldoli a Est, il Vesuvio a Sud- Est, i Campi Flegrei a tra Sud e Ovest, ed il Litorale Domitio a Ovest, a circa 20 Km. Non deve dunque stupire la storia di questo luogo, che i nostri avi hanno saputo sfruttare proprio a causa della sua importante posizione strategica.
Marano di Napoli godeva di una posizione strategica invidiabile affacciandosi sia verso Pozzuoli un importante porto commerciale nel periodo imperiale, che verso Atella la pianura campana, luogo d’origine della farsa Atellana: questa cittadina era il crocevia di attività economiche, ludiche, religiose. La Via Consularis Campana, in virtù delle sue ventuno miglia univa le due importanti città. I Romani su questo territorio edificarono delle ville principesche, mausolei ed altari votivi. Successivamente i Bizantini, i Normanni, gli Svevi e gli Angioini si insediarono lungo tutta la zona. Appena fuori il centro storico di Marano, troviamo altri resti storici del passaggio degli Osci e poi dei Romani. Si erge solitario tra gli alberi e la fitta vegetazione, l’eremo di Santa Maria denominato in seguito di Pietraspaccata, che come narrano leggende, su un grande blocco di tufo caduto, si rivelò l’immagine della Vergine. L’eremo, sorge sui resti di un edificio romano si dice una tomba che un un monaco, volendosi ritirare alla vita di preghiera in solitudine, occupò, scavando poi in seguito, nel tufo altre strutture. La facciata esterna dell’eremo è composta di un corpo in muratura di tre piani ai quali si aggiunge una cappella. L’eremo all’interno si sviluppa su due livelli, attualmente i resti del piccolo edificio sono immersi nella selva del bosco di Faragnano, ma sono agevolmente visitabili.
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Marano di Napoli, a city of about 60,000 inhabitants, north of the capital of Campania. Its territory presents testimonies of life dating back to the Neolithic age. These are settlements by man that take us back to eight thousand years ago.
Marano di Napoli, a small town north of the capital of Campania, has a history dating back to the Neolithic age. In fact, the territory of Marano di Napoli, has many traces of ancient Rome but the most important testimony as regards the funerary architecture in our region comes from the Mausoleum called Ciaurro. The soil of this area has been trampled by the Osco-Sannita people who left three roads that are still passable today: we are talking about the Cupa dei cani, Cupa Pendine and Cupa Orlando, called by the Romans Via Consularis Campana. Not long ago the city of Marano di Napoli found five splendid statues currently kept in the Archaeological Museum of Naples. The statues depicted a freed slave named Dama, his wife Terzia, also an ex-slave, both belonging to the Emperor Tiberius, then Hercules and two fauns.
Marano di Napoli boasts a remarkable geographical position. The Matese National Park, (whose heights are partly visible from Via Arafat), a little more than 100 km to the north, the hill of Camaldoli to the east, Vesuvius to the south-east, the Phlegraean Fields between south and west, and the Domitio coast to the west, about 20 km. Therefore, the history of this place, which our ancestors were able to exploit precisely because of its important strategic position, is not surprising.
Marano di Napoli enjoyed an enviable strategic position overlooking both Pozzuoli an important commercial port in the imperial period, and Atella the plain of Campania, the place of origin of the Atellana farce: this town was the crossroads of economic, recreational, religious activities. The Via Consularis Campana, by virtue of its twenty-one miles joined the two important cities. The Romans on this territory built princely villas, mausoleums and votive altars. Subsequently the Byzantines, the Normans, the Swabians and the Angevins settled along the whole area. Just outside the historical center of Marano, we find other historical rests of the passage of the Osci and then of the Romans. It stands alone among the trees and dense vegetation, the hermitage of Santa Maria later called Pietraspaccata, which as legends say, on a large block of tufa fell, revealed the image of the Virgin. The hermitage, stands on the remains of a Roman building is said to be a tomb that a monk, wanting to retire to a life of prayer in solitude, occupied, digging then later, in the tuff other structures. The external facade of the hermitage is composed of a masonry body of three floors to which is added a chapel. The hermitage inside develops on two levels, currently the remains of the small building are immersed in the forest of Faragnano, but are easily visited.
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