Una leggenda napoletana: il mito di Colapesce, mezzo uomo e mezzo pesce.
Il mito di Colapesce rappresenta una leggenda napoletana tra le più celebri, che fa parte della cultura del meridione della nostra penisola così popolare da essere conosciuta in diverse versioni. La storia di Colapesce è quindi un’antica credenza che risale al secolo XII e divulgata dal poeta franco provenzale Raimon Jordan, il quale narra di un tale di nome “Nichola de Bar” che viveva alla stregua di un pesce. In realtà a cavallo tra il 1100 ed il 1200, il Walter Map racconta di un uomo chiamato “Nicolaus“, soprannominato “Pipe” che viveva prevalentemente in mare riuscendo a sopravvivere in acqua anche senza respirare. Quest’ultimo era solito scendere tra i fondali alla ricerca di oggetti preziose. Tuttavia allorquando il re Guglielmo II di Sicilia decise di conoscerlo morì tra le braccia di colui che lo stava conducendo dal Re. Veniamo ora alla leggenda napoletana del mito di Colapesce: Nicola Pesce era un ragazzo apprezzato per le sue qualità di abile nuotatore e per le sue immersioni subacquee non comuni e che maledetto dalle acque finì per tramutarsi in un vero pesce dotato di squame e dita palmate, ovviamente questo secondo il celebre mito. Il giovane a furia di rifugiarsi in mare si fece inghiottire da grossi pesci, usandoli come un vero e proprio mezzo di locomozione per raggiungere gli abissi. Una volta giunto nel profondo del mare per uscirne vivo, squarciò il ventre del pesce con un grosso coltello. Qui si ricollega il soggetto del bassorilievo di Orione (il figlio di Poseidone secondo la mitologia greca), trovato a Napoli.
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A Neapolitan legend: the myth of Colapesce, half a man and a half fish.
The myth of Colapesce represents one of the most famous Neapolitan legend, which is part of the culture of the south of our peninsula so popular to be known in different versions. The history of Colapesce is therefore an ancient belief that dates back to the twelfth century and popularized by the Franco Provencal poet Raimon Jordan, who tells of a man named “Nichola de Bar” who lived like a fish. Actually at the turn of the century between 1100 and 1200, the Walter Map tells of a man called “Nicolaus”, nicknamed “Pipe” who lived mainly in the sea and managed to survive in water even without breathing. The latter used to go down through the seabed in search of precious objects. However, when King William II of Sicily decided to know him, he died in the arms of the one who was leading him to the King. We come now to the Neapolitan legend of the myth of Colapesce: Nicola Pesce was a boy appreciated for his qualities as a skilled swimmer and for his uncommon scuba diving and cursed by the waters ended up turning into a real fish with scales and webbed fingers, obviously this according to the famous myth. The young man took refuge in the sea swallowed by large fish, using them as a means of locomotion to reach the abysses. Once in the depths of the sea to get out alive, he tore the belly of the fish with a large knife. Here the subject of the bas-relief of Orion (the son of Poseidon according to Greek mythology), found in Naples, is reconnected.
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