O’ franfelliccaro, uno dei più antichi mestieri napoletani in auge fino a qualche decennio fa. Una figura singolare che con il suo carrettino, su cui vi erano una pentola, un fornello ed un tavolo di marmo avente da un lato infisso un palo che terminava con un grosso chiodo d’ottone, sostava quà e là di tanto in tanto per trasformare la melassa, sciropposo derivato dalla lavorazione delle barbabietole, in due chicche dolcissime, profumate, color d’oro: appunto il franfellicco.
O’ franfelliccaro era un antico mestiere napoletano, in voga ancora fino a qualche decennio fa, oggi scomparso completamente. Si trattava di un personaggio amato, specialmente, dai bambini che al suo passaggio correvano subito verso di lui per gustare le sue leccornie. Portatore di allegria e sorrisi, ’o franfelliccaro girava col suo riccio carretto per le strade ed i vicoli di Napoli avendo con sé un grande cesto pieno di dolciumi, spesso fatti in casa, a base di zucchero e miele: le cosiddette franfellicche.
Secondo quanto riportato da alcuni scrittori sembra che il venditore di franfellicchie, per attirare l’attenzione dei passanti gridasse le cosiddette paroline magiche : “Guaglio’ accàttate ‘o franfellicco, Tuosto tuo’, ‘o franfellicco! Cinche culure e cinche sapure pe’ ‘nu sordo!” Ragazzi comprate questi bastoncini di zucchero, molto duri di cinque colori e di cinque sapori, per solo un soldo.”
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